Giuseppe Giordani
Giuseppe Giordani detto Giordaniello
Presunto ritratto di Giuseppe Giordani (New York Public Library, Joseph Muller Collection).
Si tratta di un acquarello ottocentesco. In calce al nome si legge “Battaglia pinxit” e nell’ovale il nome di “E. Fiorentino”. Il ritratto, individuato dallo studioso veneto Giovanni Polin (relatore al Convegno su Giordani), è ora chiaramente sotto l’attenzione degli studiosi per accertarne provenienza e attendibilità. Infatti è esistito un altro Giuseppe Giordani nella prima metà del ‘700 autore della famosa aria “Caro mio ben”, indebitamente attribuita al “nostro” Giordaniello. Si offre quindi all’utente la visione di questa fonte, che comunque, indipendentemente dagli esiti dell’indagine iconografica, arricchisce la documentazione e accresce l’interesse sul massimo musicista fermano. (Nota a cura di U.Gironacci)
Pagine realizzate in collaborazione con il “Centro Studi Giuseppe Giordani”
Presidente: Ugo Gironacci; Vice-presidente: Italo Vescovo.
Biografia
Giordani (Giordano), Giuseppe Tommaso Giovanni (Napoli, 19 dicembre 1751; Fermo, 4 gennaio 1798).
Compositore italiano, noto anche con il diminutivo ‘Giordaniello’ con il quale era anche solito firmarsi. Figlio di Domenico e Anna Maria Tosato, fu allievo del Conservatorio di S. Maria di Loreto avendo come maestri Gennaro Manna, Antonio Sacchini, Pietro Antonio Gallo e Fedele Fenaroli e come compagni di studi Domenico Cimarosa e Nicola Zingarelli. Nel 1774 divenne maestro di cappella soprannumerario del Tesoro di S. Gennaro per essere “uno dei migliori soggetti della Città”, subentrando a Manna. Alla produzione sacra di questo periodo (alcuni lavori recano le date 1773, 1775 e 1776) affiancò probabilmente l’attività didattica, di cui è documento un articolato manuale manoscritto di contrappunto, che gli viene attribuito, svolto nell’usuale forma dialogica tra discepolo e maestro (Prattica della Musica, cioè Dell’Arte del Contrapunto, Quel che sia Contrapunto, e perché sia così nominato). Sul versante della attività teatrale, una sua richiesta, inoltrata il 25 luglio 1776 alla Giunta dei Teatri del S. Carlo per scrivere un’opera, fu respinta per non averne ancora, secondo la prassi corrente, rappresentata alcuna nei teatri minori.
Il 25 maggio 1779 sposò per procura nella chiesa Collegiata di Foggia la cantante Emanuela Cosmi (Napoli, marzo 1754 – ?) detta la “Positanella”, amica d’infanzia e figlia di Gaetano ed Angela Grieco, alla presenza dei testimoni Emanuele Mattioli di Napoli, maestro di cappella e Francesco Zobel viennese, violinista, entrambi naturalizzati foggiani e conoscenti della stessa, all’epoca attiva in compagnie itineranti nel meridione. Il 27 aprile infatti Giordani aveva stilato di fronte al notaio Nunziano Abbate di Napoli un mandato di procura a favore di Domenico Tedeschi, impresario, perché sposasse in suo nome la Cosmi, dovendosi recare a Venezia “per esercitarvi il ruolo di maestro di cappella”.
Improbabile l’assunto di Fétis che egli debuttasse diciottenne a Pisa con L’astuto in imbroglio, di fatto rimane il suo esordio operistico a Firenze nell’autunno 1779 quando inaugurò il teatro degli Intrepidi detto della Palla a corda con l’Epponina. La “Gazzetta Toscana” del 23 ottobre 1779 recensiva: “Vi è profondità e buon gusto e una novità di cose non sì recentemente ascoltate. Il Duo, il Rondò […] e la scena del carcere sono tre pezzi che sorprendono anche gli animi più prevenuti.” A questo lavoro, nel breve arco di tre lustri fino alla Betulia liberata del 1796, ne seguirono quasi quaranta tra opere serie, buffe e oratori per circa 80 allestimenti complessivi.
Nel 1780 conseguì l’aggregazione all’ Accademia Filarmonica di Modena e successivamente a quella di Parma: da questo momento, salvo alcune brevi parentesi a Napoli e a Roma, la sua attività si svolse, irradiandosi da Bologna, nei maggiori centri del Nord Italia.
L’allestimento al S. Carlo di Napoli nella quaresima 1787 (riproposto poi nella quaresima del 1790) de La distruzione di Gerusalemme, primo dramma sacro portato in teatro, riscosse uno strepitoso successo grazie a quella che venne definita, dalla “Gazzetta di Napoli” del 13 marzo 1787, la “robusta e ben adattata musica del celebre Don Giuseppe Giordaniello”; a questa prima fu presente Goethe che ne parla nel suo Viaggio in Italia (Parte II, Napoli 9 marzo 1787) come di un genere di spettacoli oramai pressoché assimilati alle opere profane e “del pari fiorettati il più possibile”.
Nella primavera 1788 inaugurò il Teatro Comunale di Faenza con il Cajo Ostilio, su nuovo libretto del bolognese Eustachio Manfredi. Giordani proprio in questa occasione attraverso una corrispondenza con l’impresario e i membri della Deputazione teatrale dimostra una conoscenza approfondita dei meccanismi che sovrintendono lo spettacolo teatrale, rivendicando a sé stesso la scelta e del libretto e del concertino: “Si assicuri di tutta la mia maggior premura e si fidi d’un galantuomo che li parla senza raggiri teatrali e che in quanti teatri o [sic] scritto, anno [sic] sempre lasciato a me la cura del libro”; più oltre: “il male della maggior parte dell’impressarj è che trascurano per lo più l’essenziale che è la scelta del libro; ma siccome al maestro Giordaniello preme sopra ogn’altra cosa il suo proprio onore, in tutte le occasioni a [sic] procurato di illuminarli e alla fine se ne son trovati sempre contenti”; in altra ancora: “ella abbia la bontà di far partecipe a’ suoi socj che mi stabiliscono il professore da me proposto in qualità di concertino, vale a dire accanto al primo violino e sappiano che per qualunque impegno la preferenza tocca al maestro e credo che Giordaniello sia degno di considerazione e di rispetto, né mai gli son state fatte simili opposizioni: scusi per tanto la mia sincerità […]”.
Il 14 febbraio 1789, reduce dal buon esito della rappresentazione scaligera de La Disfatta di Dario, fu eletto maestro di cappella della Chiesa Metropolitana di Fermo appena rinnovata nella sua veste neoclassica e dotata di un nuovo organo doppio di 12’ piedi del veneto Gaetano Callido. Dopo essere intervenuto una prima volta per la Settimana Santa del 1790, il 4 agosto successivo prese effettivo possesso anche come organista succedendo ad Antonio Conforti di Camerino, venuto a mancare il 9 aprile 1790. Il 4 novembre 1791 assunse i medesimi uffici presso la chiesa filippina di S. Spirito.
Il locale Teatro dell’Aquila, anche questo costruito come la cattedrale su disegno di Cosimo Morelli di Imola, fu inaugurato con due suoi lavori: La morte di Abele (apertura di collaudo: 26 settembre 1790) e La distruzione di Gerusalemme (dopo il 20 agosto 1791). Del lavoro frenetico di questi anni, che lo vedono presente a Fermo solo nel periodo della Settimana Santa e dal 15 agosto al 3 settembre (periodo della fiera locale) rimane traccia in un suo ‘memoriale’ indirizzato al Capitolo fermano il 24 agosto 1792 nel quale, sollecitando un aumento della propria retribuzione, affermava: “Era appunto l’oratore in quel tempo [1789, epoca della sua elezione], come tuttora si trova, nella miglior voga, così per opera che aveva alla mano, come per trattati di altre opere che aveva da intraprendere successivamente, etc. Rinunziare del tutto ad un favor di sorte ed incontri, veggon bene le Signorie Vostre Ill.me e R.me quanto discapito di emolumento ed onore.”
Dopo l’Ines De Castro alla Fenice di Venezia nel 1793, che registra ormai l’assunzione dei canoni dell’opera seria di fine secolo (unità sceniche più articolate e complesse ed introduzione di interventi corali), operò nelle Marche dedicandosi principalmente alla composizione di oratori e musica sacra. Tra questi lavori ebbe particolare diffusione l’intenso ed ispirato lavoro Le Tre ore di agonia di N.S.G.C. (Fermo, 1793) di cui rimane un libretto relativo ad un allestimento a Dresda (”Dilettanten-Concert”) il 20 marzo 1807 preceduto nella prima parte da una “Grosse Sinfonie von van Beethoven”.
Alla sua morte le sue musiche, delle quali fu fatto un puntuale elenco notarile il 25 gen. 1798 per cura del conte Alessandro Bonafede (con il quale era legato da rapporti di amicizia e patronato musicale e che nel 1800 dettò le epigrafi funebri in memoria del maestro), confluirono in due tempi, ma definitivamente il 23 settembre 1823 per opera del figlio di Alessandro il conte Giovanni, nell’Archivio musicale Capitolare. In quest’ultima occasione l’allora prefetto della musica, don Pacifico Bernetti, sollecitando l’acquisizione del fondo Giordani da parte del Capitolo, ne auspicava l’autorizzazione dal Vicario curiale, al fine di “poter fornire la Cappella di scelta musica sacra e profana ed essere memori d’un maestro che per il suo buon servizio e per le sue composizioni scritte in questa Metropolitana si ha meritata una stima, che vive indelebile nel cuore di tutti i virtuosi componenti la Cappella istessa”.
Suoi lavori fuori d’Italia furono allestiti a Lisbona, Madrid e Dresda. Giordani godette all’epoca di buona reputazione rappresentando le sue opere nei maggiori teatri italiani: l’essere morto relativamente giovane e l’assenza di studi approfonditi sull’autore e la sua produzione hanno finora impedito un’adeguata comprensione della sua opera improntata ad un solido artigianato compositivo, felicità inventiva, nitore formale e raffinata cantabilità, alternata, soprattutto nelle voci acute dell’opera seria, ad articolati passi di virtuosismo belcantistico.
Bibliografia
Ugo Gironacci, Il periodo fermano di Giuseppe Giordani detto Giordaniello (1789-98), in “Quaderni dell’Archivio storico arcivescovile di Fermo”, I/1 (1986), pp. 105-146.
Giuseppe Giordani, Sinfonia dell’oratorio “La morte di Abele”, a cura di U.Gironacci e I. Vescovo, Milano, Rugginenti, 1991, 41 pp. (partitura).
Giuseppe Giordani, Otto arie sacre per soprano e organo, a cura di Ugo Gironacci e Italo Vescovo, Fermo, Trentatré Edizioni, 1987, xxxvi-67 p.
Franco Piperno, Drammi sacri in teatro (1750-1820), in Mozart, Padova e la Betulia Liberata. Committenza, interpretazione e fortuna delle azioni sacre metastasiane nel ‘700. Atti del convegno internazionale di studi 28-30 settembre 1989, a cura di Paolo Pinamonti, Firenze, Olschki, 1991, pp. 289-316 (ruolo giocato da “La distruzione di Gerusalemme” di Giordani).
Franco Piperno, “Stellati sogli” e “Immagini portentose”: Opere bibliche e stagioni quaresimali a Napoli prima del Mosè, in Napoli e il Teatro musicale in Europa tra Sette e Ottocento, studi in onore di Friedrich Lippmann, a cura di Bianca Maria Antolini e Wolfgang Witzenmann, Firenze, Olschki, 1993, pp. 267-298 (come sopra)
Magda Marx-Weber, L’intonazione delle “Tre Ore di Agonia di N.S.G.C.” di Giuseppe Giordani, in “Quaderni Musicali Marchigiani”, 4/1997, Urbino, QuattroVenti, 1999, pp. 25-42; Id, Giuseppe Giordanis Vertonung der Tre ore di agonia di N.S.G.C. in Id., Liturgie und Andacht. Studien zur geistlichen Musik, Paderborn, Ferdinand Schoningh, 1999, pp. 148-164.
Paolo Mechelli, Su alcuni episodi-prigione nella produzione operistica di Giuseppe Giordani e Nicola Vaccai, in “Quaderni Musicali Marchigiani”, n. 5/1998, Urbino, QuattroVenti, 2000, pp. 37-61.
Ugo Gironacci, Maestri di cappella, cantanti e costruttori di strumenti a Fermo dall’epistolario Bonafede, “Quaderni Musicali Marchigiani”, 4/1997, Urbino, QuattroVenti, 1999, pp. 68-133.
Ugo Gironacci, voce ‘Giordani, Giuseppe’ in The New Grove Dictionary of Music and Musicians, vol. ix, a c. di Stanley Sadie, London, Macmillan Publishers Ltd, 2001, pp. 884-5.
Ugo Gironacci – Italo Vescovo, Laudibus cives: appunti biografico stilistici sulla musica sacra del Giordaniello in Laeta Dies: musiche per San Benedetto e attività musicali nei centri benedettini in età moderna, Atti della giornata di studi (Fabriano, 23 settembre 2000), a cura di Saverio Franchi e Biancamaria Brumana, Fabriano, Monastero San Silvestro abate, 2004, collana “Biblioteca Montisfani”, n. 28, pp. 244-57.
AA.VV., La figura e l’opera di Giuseppe Giordani, Atti del Convegno internazionale di studi, Fermo 3-5 ottobre 2008, a cura di Ugo Gironacci e Francesco Paolo Russo (Strumenti della ricerca musicale 20), Lucca, LIM, 2013, 17X24, pp. xiv-641 (ISBN 978-887096-733-3) con CD audio del concerto in Duomo del 4.10.2008. Indice
Progetto Giuseppe Giordani Opera omnia
(Lucca, Libreria Musicale Italiana-LIM: www.lim.it)
Veni sponsa Christi – Antifona [per soli SA e orch.(2 ob 2 cor, archi), bc] , Edizione critica a cura di Ugo Gironacci e Italo Vescovo, (Serie I, I), 2006, pagine XXIV + 20 pp.
Tantum ergo I e II in Mi bemolle maggiore – Inni [Tantum ergo I: S, coro SATB, orch (2 ob 2 cor, archi) , bc; Tantum ergo II: S/A, coro SATB, orch + versione per S, coro SATB, org]. Edizione critica a cura di Francesco Paolo Russo (Serie I, II), 2007, XXVII + 108 pp.
Lamentazioni e Miserere – Editio maior [per 4 voci soliste SATB e organo obbligato], Edizione critica a cura di Ugo Gironacci e Italo Vescovo (Serie I, III), 2009, XLII-225 pp.
Te Deum in Si bemolle maggiore – Inno [per 4 voci soliste SATB, coro SATB e orchestra con oboe, clarinetto e fagotto concertanti], Edizione critica a cura di Ugo Gironacci e Italo Vescovo (Serie I, IV), 2012, XXXI-147 pp.
Discografia
Sinfonia dell’oratorio “La morte di Abele”, (LP: N.A.Mus, RS 01, Fermo 1988): Roma, Auditorium RAI del Foro italico, 16.12.1988, Orchestra Internazionale d’Italia, direttore D. Renzetti
Lamentazioni e Miserere, Symphonia (2CD: SY 94D31, Bologna 1995): Ensemble “Il Terzo Suono” (M. Pennicchi, soprano; J. Gall, controtenore; G.P. Fagotto, tenore; F. Zanasi, basso), M. Raschietti, organo.
Recensioni:
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Fabrizio Dorsi in “Quaderni Musicali Marchigiani”, n. 4/1997, Urbino, QuattroVenti, 1999, pp. 203-205.
Le tre Ore di Agonia di N.S.G.C., Credo, Due canzoncine per i Venerdì di Marzo, Arts Music (CD: 47373, Hamburg 1997, prodotto da MacerataOpera): Ensemble “Il Terzo Suono” (M. Pennicchi, soprano; J. Gall, controtenore; G.P. Fagotto, tenore; C. Lepore, basso), Academia Montis Regalis, direttore G.P. Fagotto.
Concerto per cembalo e orchestra, Divertimento per cembalo e violino, Tre sonate per cembalo con violino, Quattro notturni per trio d’archi, Bongiovanni (CD: GB 5080-2, Festival Musicale Piceno, Falerone 1998): F. Bongelli, fortepiano; A. Perpich, violino; E. Perpich, viola; F. Perpich, violoncello; Orchestra da camera “La corte Sveva”.
Passio per il venerdì Santo (1776), Opus 111 (2 CD: OPS 30 – 249/250, Parigi 1999, prodotto da MacerataOpera): M.J. Trullu, alto; A. Hermann, soprano; C. Lepore, basso; Ensemble vocale di Napoli; Academia Montis Regalis, direttore A. De Marchi.
Recensioni:
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Paologiovanni Maione in “Quaderni Musicali Marchigiani”, n. 5/1998, Urbino, QuattroVenti, 2000, pp. 166-68
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Magda Marx-Weber in “Alte Musik aktuell”, Regensburg, september 2001 n. 9, p. 14
Documenti
- Programma del concerto del 01/02/2002 per l’ inaugurazione dell’Anno Accademico 2001/2002con la prima esecuzione in tempi moderni del Magnificat in Sol maggiore (file .pdf 491 k).
- Programma del Convegno internazionale di studi su “La figura e l’opera di Giuseppe Giordani” tenutosi nei giorni 3, 4 e 5 ottobre 2008 presso l’auditorium del Conservatorio di Fermo.
mp3
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Esecuzione del Magnificat in Sol maggiore per soli, coro e orchestra in formato MP3 – Registrazione dal vivo effettuata il 01/02/2002 presso la chiesa di S. Domenico a Fermo. – 1a esecuzione in epoca moderna – Revisione critica condotta sull’autografo a cura di Ugo Gironacci e Italo Vescovo – Soprano Rosita Ramini Mezzosoprano Chiarastella Onorati Tenore Filippo Pina Castiglioni Basso Maurizio Leoni Coro e orchestra del Conservatorio Statale di Musica “G.B. Pergolesi” di Fermo Maestro concertatore e direttore: Daniele Giulio Moles Maestro del coro: Maurizio Torelli
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EventiIl 29 luglio al Cineteatro di Alcobaça (Portogallo), nell’ambito del Cistermusica Festival 2017, verrà data la prima rappresentazione in epoca moderna dell’Ines De Castro, in versione di concerto e registrata dalla radio nazionale portoghese, Antena 2. L’opera di Giordani-Giotti, data al Teatro La Fenice il 30.1.1793 e nell’agosto successivo al Teatro Los Canos di Madrid, viene ora riproposta sulla base dell’edizione critica curata da Ugo Gironacci ed Italo Vescovo. La chiesa del monastero cistercense, patrimonio UNESCO, custodisce le tombe regali di Don Pedro e Ines. Giordani fu il primo di una lunga serie di musicisti ad occuparsi del tema inesiano, di grande suggestione romantica, che culminò nell’opera nota di Persiani e che tentò anche Verdi. Cast:
Barbara Barradas (soprano), Ines
Ana Paula Russo (soprano), Regina ConstançaCatia Moreso (mezzosoprano) D. Pedro
Maria Luisa de Freitas (mezzosoprano) RodrigoJoão Miguel Rodrigues (tenore), Re D. Alfonso
Andre Henriques (baritono), Fernando
Orchestra Sinfonica Portoghese
Coro del Teatro Nazionale San Carlo di Lisbona
Joao Paulo Santos (direttore)
https://www.cistermusica.com/pt/programacao/orquestra-sinfonica-portuguesa-e-coro-do-tnsc
Centro Studi Giuseppe Giordani
Il “Centro Studi Giuseppe Giordani” di Fermo è stato fondato al fine di studiare e valorizzare la figura di Giordani, attraverso la ricerca e raccolta di materiali documentali, fonti manoscritte e a stampa, pubblicazione di studi sull’autore e la sua opera nonché delle sue musiche in edizione critica e la loro riproposizione in forma di concerto e divulgazione attraverso incisioni discografiche.
Per contatti con il “Centro Studi Giuseppe Giordani” scrivere a: csgg@libero.it